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 Indice Forum » Italian Room » Contro la miseria: che fare? Il ruolo dell’ONU, dei governi, della societŕ civile mondiale.
"Tutte le agenzie dell’ONU devono rientrare sotto l’ombrello dei diritti umani"
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Dot Keet



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 "Tutte le agenzie dell’ONU devono rientrare sotto l’ombrello dei diritti umani"
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Dot Keet (Sud Africa), Presidente della NTA –Network sul Commercio Africano e ricercatrice indipendente presso l’AIDC- Centro di Informazione Alternativa sullo Sviluppo

Io sono un’attivista in campo accademico. Teresina é una mia vicina, amica e compatriota: viene da uno dei Paesi più poveri dell’Africa. Io provengo da quello che viene considerato il Paese più ricco del continente, il Sud Africa, ma posso dirvi che molte delle caratteristiche comuni a tutta l’Africa si ritrovano anche in questo Paese: 5 milioni di persone sieropositive, una povertà terribile nelle arre rurali, esattamente come si ritrova in Mozambico. Non voglio parlare del Sud Africa, che insieme al Brasile ha il “privilegio” di avere la peggiore distribuzione del reddito del mondo, fra un’èlite privilegiata di minime proporzioni e la grande massa della popolazione: c’è il divario più grande del mondo, insieme al Brasile, ma non ripeterò questi fatti, queste cifre, perché ne avete viste e ne conoscete tante e ne sentirete parlare ancora. Ma vorrei parlare delle cause di questa situazione terribile in Africa, perché non possiamo trovare le soluzioni senza conoscere le cause principali. Posso dirvi che in Sud Africa e in altri Paesi Africani, 25 milioni di persone affette da AIDS o sieropositive, che non possono ricevere terapie perché i servizi sociali e sanitari sono stati distrutti e non possono pagarsi le terapie. Questo a causa della privatizzazione dei servizi, che in Africa è stata imposta dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, che promuovono l’economia di mercato. Nel fare questo, hanno incoraggiato coloro che controllano lo Stato a considerare se stessi come beneficiari della privatizzazione: quindi hanno privatizzato scuole, ospedali, trasporti e sono diventati anche proprietari delle nuove strutture privatizzate, diventando nuove élites che sfruttano la posizione dello stato per diventare la nuova classe imprenditoriale. Quindi, al mondo esterno che attacca l’Africa per la corruzione, vorrei dire: certo che c’è la corruzione ed alcune elites che si approfittano della loro condizione, che devono essere condannate, ma queste elites sono state incoraggiate a comportarsi in questo modo dal Fondo Monetario internazionale e dalla Banca Mondiale, con la loro spinta verso l’economia di mercato.
Un’altra cosa: queste due istituzioni da decenni in Africa ci dicono di liberalizzare l’economia, aprirci agli scambi commerciali e introdurre il libero mercato. Questo ha comportato la distruzione delle poche industrie africane: milioni di persone sono state rese disoccupate. Come se questo non bastasse, la liberalizzazione del commercio significa che i coltivatori europei portano i loro prodotti nel nostro mercato con il dumping e i piccoli produttori di cereali e mais (africani) non possono competere con i produttori statunitensi; significa che i produttori di latte non possono competere con la Parmalat italiana, che è venuta in Sud Africa e ha costruito un’industria dello yogurt e del latte, importando latte in polvere in Africa, invece di usare il nostro latte.
Ora anche il WTO c’impone di fare queste stesse cose; dice che dobbiamo aprirci alla cooperazione globale con Stati Uniti ed Europa, che dobbiamo vendere i nostri servizi –che sono la vita del nostro popolo- perché siano comprati da imprese di Washington o di Londra. Adesso persino l’acqua è diventata proprietà di imprese francesi: la gente deve pagare l’acqua per poter sopravvivere! Questo per colpa del Fondo Monetario Internazionale e per l’Accordo Generale sul Commercio dei Servizi all’interno dell’Organizzazione Mondiale del Commercio. Tutto questo si aggiunge alla fuga di capitali dal nostro Paese: quando queste imprese vengono nel nostro Paese, non lo fanno per beneficenza, per filantropia; vengono per fare profitti e questi profitti tornano in Europa, negli Stati Uniti e così via. Il mito del flusso degli aiuti in Africa deve essere fatto esplodere: anche se il G8 promette 50 miliardi di dollari per l’Africa, 2000 miliardi di dollari lasciano il Sud per il Nord ogni anno. Siamo noi che sovvenzioniamo il Nord, non è il Nord che sovvenziona il Sud! In Africa c’è stata la colonizzazione: hanno rapito gli africani e li hanno portati via come schiavi. Poi i colonizzatori hanno scoperto il nostro oro, i nostri diamanti, il nostro legname, le nostre foreste e hanno rapinato le nostre risorse per 300 anni. E ora, dopo aver rapinato la nostra risorsa, esportato capitali dall’Africa, si prendono il nostro capitale sociale: i nostri medici, agronomi, ingegneri lavorano in Europa. Ma siamo noi ad averli formati, istruiti, pagando con le tasse dei nostri contribuenti, con le nostre risorse; ma vengono portati in Europa o negli Stati Uniti. Questa è una nuova forma di rapina dell’Africa: vengono prese le professionalità che noi abbiamo creato per la nostra gente e portate via.
Oltre a tutto questo noi pagheremo un prezzo molto pesante per la crisi del clima che sta emergendo: il Nord ha un debito nei nostri confronti, non siamo noi che abbiamo un debito con il Nord! E il debito che ha il Nord verso di noi è un debito ecologico, perché il Nord si è sviluppato utilizzando le risorse del mondo, le nostre risorse per 300/400 anni, con un’industrializzazione fondata sull’inquinamento e sul maltrattamento del clima mondiale. Tutta l’umanità pagherà un prezzo; noi stiamo cominciando a pagare questo prezzo, ma potete essere sicuri che i popoli dei Carabi, dell’America Latina, dell’Africa e dell’Asia pagheranno il prezzo più pesante per la crisi globale. Io ho incentrato l’attenzione sulle forze che hanno creato la crisi e la povertà nel Sud, in particolare in Africa, dove noi viviamo delle distruzioni enormi: la desertificazione, le alluvioni e così via. Qual è la soluzione? Ci sono milioni di soluzioni. Voglio porre l’attenzione su queste tre istituzioni che hanno preso in mano la gestione di questo continente, perché questa è una nuova forma di colonizzazione dell’Africa: si stanno appropriando del ruolo dei Governi e dei Ministri e stanno costringendo i governi ad attuare le loro politiche; stanno costringendo l’Africa ad un nuovo sfruttamento. Noi dobbiamo liberarci del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Punto! Non c’è altra soluzione! Liberiamocene! Devono andarsene dall’Africa. La seconda cosa: dobbiamo liberarci da questo sistema mondiale in cui il commercio è gestito dal WTO, quello che conta non è il commercio, la produzione, sono le esigenze delle persone. Dobbiamo liberaci dal WTO! E come? O li cancelliamo o li subordiniamo al sistema ONU. Tutte le agenzie dell’ONU devono rientrare sotto l’ombrello dei diritti umani e a condizionalità ambientali, sociali, di genere. Se vogliamo che i Governi del mondo risolvano i nostri problemi dobbiamo riformare l'ONU, riprenderci l’ONU e trasformarla in uno strumento reale di cooperazione internazionale, ma tutte le agenzie dell’ONU e lo stesso FMI e WB, se sopravvivono devono essere subordinate a questi principi più alti di cui parlavo. Questo non è facile, perché per ottenere un’ONU diversa noi dobbiamo ottenere una mobilitazione dei popoli del mondo, che è quello che stiamo portando avanti, dobbiamo cambiare i nostri governi perché sono loro che devono cambiare l’ONU. E questa è una sfida per tutti noi, ma io sono lieta di dire che io ho la sensazione che oggi in Africa ci siano nuove forze sociali, nuovi movimenti che stanno crescendo. E chiunque sia tentato ad essere afro-pessimista, io posso dire: io ci vivo in Africa in queste condizioni e io sono una grande ottimista; stanno crescendo nuovi movimenti sociali e ci uniremo e voi per lottare per cambiare il sistema globale. Grazie.
MessaggioInviato: Mer Feb 22, 2006 11:44 am
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