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Diritto all'informazione e educazione ai media
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Carlo Gubitosa



Registrato: 20/02/06 08:29
Messaggi: 1

 Diritto all'informazione e educazione ai media

Carlo Gubitosa di Peacelink.

Grazie a tutti per essere qui oggi. La sensazione che ho è quella che molti si sentono arrivati a un punto di partenza rispetto a tutte queste questioni dell’informazione. Io vi posso dire che oggi stiamo anche toccando un punto di arrivo, un punto di arrivo rispetto a quello che già è stato fatto. Noi di Peacelink iniziamo nel 1991 a fare una cosa nuova che si chiama volontariato dell’informazione. La gente ci chiede se abbiamo strutture fisiche. No,ognuno di noi, da casa propria produce informazioni sulla pace. Ci chiede se abbiamo finanziamenti. No, ognuno si paga la sua bolletta del telefono. Se mandiamo in giro container, aiuti umanitari. No, raccontiamo le storie delle persone che portano aiuti umanitari. E oggi io sono anche un po’ commosso nel vedere i frutti maturi di quello che sembrava un parlare in rete fino a se stesso ma che invece sono stati i semi che oggi vedo fiorire qui e in tante altre iniziative che partiranno da questo incontro. Io ragionerò per quattro parole chiave, un minuto per ognuna dei quattro minuti che mi spettano.
La prima parola chiave è il diritto all’informazione. Noi oggi siamo capaci, abbiamo le possibilità, si è detto. La coalizione italiana contro la povertà ha detto che noi siamo la prima generazione che possiamo sconfiggere la povertà nel mondo. Io oggi aggiungerei che siamo la prima generazione che ha in mano i mezzi, gli strumenti e le competenze per esercitare il diritto all’informazione fuori dal mercati nelle sue tre forme: attiva, passiva e riflessiva. Attiva, informare e produrre informazioni. Passiva, ricevere una informazione corretta. E riflessiva informarsi e cercare informazioni, avere accesso alle informazioni. E l’esercizio di questo diritto non è solo libertà di informazione nel nostro paese. Significa anche che sulla scena dei problemi dell’informazione che fin ora erano riservati a soggetti di diritto privato cioè privati cittadini, giornalisti, intellettuali, oggi stanno irrompendo con forza soggetti di diritto pubblico, associazioni, ong, gruppi organizzati che esercitano anche il diritto a produrre informazioni. Quelle telecamere che vedete avanti a me dietro di voi, non sono telecamere di chi sa quale network televisivo ma sono le telecamere della Tavola della Pace che sta producendo informazione televisiva anche attraverso questo incontro. Esercitare diritto all’informazione significa dare voce a quel sud che oggi si esprime attraverso mille piccole voci silenziose, per dire che esiste anche se non ci viene raccontata, una società civile irachena, congolese, senegalese che cercano di parlarci e a cui abbiamo il dovere di dare voce proprio per garantire il diritto alla produzione e all’accesso all’informazione.
Tra poche settimane ci sarà un summit mondiale della società dell’informazione che si svolgerà in Tunisia con tante contraddizioni perché la Tunisia è un paese in cui si muore di internet. Ci sono stati dei blogger morti per le cattive condizioni di salute maturate in carcere dopo aver scritto degli articoli contrari al regime su internet. E tutto questo è importante viverlo in prima persona come spettatori ma esercitando quella che è la mia seconda parola chiave e cioè la cittadinanza attiva. E vediamo cosa significa esercitarla nel villaggio globale dell’informazione. Significa tante cose, creare spazi d’approfondimento, produrre media al di fuori del mercato. C’è chi oggi sta provando una forma particolare di questa declinazione che sono le tv di quartiere. Ognuno di voi con mille euro e contenuti, magari prelevati da internet sui siti delle ong, tipo Arcoiris tv, può farla. Così si può mettere in moto un piccolo nodo di una rete televisiva. Oggi si sta praticando una disobbedienza civile, con le telestreet simile a quella per l’obiezione di coscienza. Ed è importante che il movimento per la pace lo sostenga.
L’ultima parola chiave è l’educazione ai media per le quali le porte delle scuole sono già aperte. E vi posso garantire che c’è sete di conoscenza per il mondo dell’informazione. Noi soddisfiamo come possiamo questa esigenza ma forse oltre a creare una Capo d’Arco della pace, sarebbe interessante creare una rete di formatori come ci fu una rete di formazione alla nonviolenza.
Chiudo il mio discorso con l’ultima parola chiave che è azione diretta non violenta. Oggi anche sul terreno diretto all’informazione è importante l’azione diretta non violenta. Questo è un esposto presentato dall’ordine dei giornalisti al garante antitrust e a quello delle comunicazioni per l’azione di due telegiornali tg2 Tg5. Lo stesso giorno, la stessa sera, a mezz’ora di differenza, mandano la stessa marchetta pubblicitaria sulla fiat punto. Questo lo consegno a Natale e qui chiudo. Non è un atto velleitario ma spesso si dice che neanche le marce servono a niente, attraverso questo gesto, e tanti piccoli gesti di attenzione critica degli utenti, noi vogliamo dire che c’è una società civile con gli occhi aperti e le orecchie attente e che devono utilizzare tutti i mezzi a propria disposizione per esercitare il proprio diritto nel campo dell’informazione, quei principi di giustizia e partecipazione che vogliamo trasportare all’interno della politica.
MessaggioInviato: Mar Feb 21, 2006 11:01 am
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